lunedì 7 luglio 2014

Jackson

Venezia Canal grande.
Ero sul vaporetto diretto al museo Peggy Guggenheim curioso di vedere la famosa collezione .
Prima che il lasciassi il porticciolo, alla mia sinistra osservavo il Ponte della Costituzione tanto discusso e poco accettato dai critici cosi come dai veneziani un opera moderna in un contesto storico, che dire, a me piaceva con le sue balaustre trasparenti e la sua line sinuosa e semplice , di notte deve essere ancor più bello tutto illuminato.
Eccoci si parte  attraverso subito ponte degli Scalzi arrivo al casinò di  venezia lo guardo e immagino quanta gente deve aver perso o vinto in quel edificio con le sua stupende Bifore .
Continua la mia navigazioni fino ad arrivare al leggendario ponte di Rialto, non dovrebbe mancare molto .
Arrivai scesi  dal vaporetto e davanti a me Peggy Guggenheim Collection.
Entro  attraverso  le varie sale ed eccomi li davanti alla sala dedicata a Jackson

http://www.guggenheim-venice.it/exhibitions/virtual_tour/vr_pgc/guggenheim.html

Rimango intrappolato dal quadro Alchimia 1947  un enorme quadro largo 114.6 e lungo  221.3 forse uno dei primi quadri dipinto con la tecnica del driping ( sgoggiolamento)


La mia vista in quel momento si era persa in un continuo sali scendi , intersezioni , fili ,pali ,palazzi ,traffico, persone . Non e facile da spiegare e forse ognuno di noi davanti a simili opere d'arte vede qualcosa di interiore qualcosa di intimo solo suo . Io infatti ho visto una città intera con strade, grattacieli , pali della luce semafori  una metropoli come New York , come  Shanghai .
Forse questo vedere è frutto della nostra fantasia e frutto della nostra mente , forse qualcuno può obiettare che sono solo colori lasciati cadere dall'alta da un pezzo di legno prima intinto in un barattolo di vernice, ma la cosa più sorprendente era che vedevo questa affollatissima città
La confusione i colori le linee prendevano forma questo mi aveva  meravigliato.
Jackson non dipingeva su cavalletto ma appoggiava le grandi tele o sulla parete o maggiormente a terra.
In questo modo poteva girarci attorno sentirsi più vicino al dipinto sentirsi maggiormente parte di esso
Non usava convenzionali pennelli ma bastoncini , coltelli , cazzuole .
Quando dipingeva era come se fosse dentro al quadro era un tutt'uno all'opera sia energicamente che spiritualmente, non aveva paura dei cambiamenti in quando il quadro era una pulsare e un formarsi dei suoi movimenti dei suoi stati d'animo .
Questo rapporto  di dare e avere tra lui e la tela gli permetteva di creare forme armoniche solo quando sentiva che questo rapporto si esauriva capiva che l' opera era scadente .
All'età di 44 anni dopo una continua lotta contro l'alcolismo Jackson muore in un incidente stradale

Presi il vaporetto e mi diressi  in Piazza San Marco li potevo vedere il mare, li potevo vedere l'orizzonte e vedere l'infinito, a volte Venezia mi opprime nei suoi canali nei suoi ponti nelle sue stradine .

www.gallery09.eu


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